Il mercato pubblicitario perde il 12.3% nel turbolento 2013, il 2014 di transizione chiuderà in pari, meglio andrà nel 2015
Nielsen fotografa un 2013 a due velocità, che ha lasciato sul campo 896 milioni, con tutti i mezzi e tutti i settori merceologici in flessione, ma con una relativa ripresa a fine anno, visto che dicembre ha segnato solo -4%. Internet con l'aggiunta della parte non ancora rilevata pesa per il 17% sul totale mezzi, quasi quanto la stampa
19 febbraio 2014 - Il 2013, anno di turbolenza per la comunicazione aziendale con un mercato a due velocità (-17% nel primo semestre e -6.3% nel secondo, anche per motivi di rimbalzo tecnico), ha ceduto il passo a un 2014 di transizione, dove si compenseranno elementi frenanti e elementi stimolanti: tra i primi, l’incertezza politica, l’immobilismo del Pil, la frammentazione dei media, la maggiore elasticità al prezzo; tra i secondi, l'economia statunitense in crescita, l'ascesa forte della Borsa italiana nel 2013, i due grandi eventi sportivi di quest'anno (Olimpiadi Invernali e Mondiali), l’avvicinarsi dell'Expo. Così se il 2013 si è chiuso con un calo complessivo degli investimenti pubblicitari del 12.3% rispetto al 2012 (ma solo del 4% in dicembre), per il 2014 si può ipotizzare una chiusura in pari se non in lievissima crescita. Non è ancora la ripresa ma si può guardare con maggior fiducia al 2015.
Così ha commentato il consuntivo del 2013 Alberto Dal Sasso, advertising information services business director di Nielsen, l'istituto cui si devono le rilevazioni. Resta il fatto che nel 2013 il mercato ha perduto 896 milioni di euro rispetto al 2012 e, a prezzi costanti, si è tornati a valori di inizio anni 90. La tv ha perso il 10%, la stampa il 21.2%, la radio il 9.3%, il direct mail il 13%. Ha perso anche internet (-1.8%) ma va fatto un distinguo. Cala la classica display rilevata da Nielsen ma sarebbe in crescita la fetta search+directory social, per il momento non ancora oggetto di rilevazione.
Aggiungendo questa parte all'investimento (circa 700 milioni) la quota di internet sul complesso degli investimenti sale dal 7% al 17% avvicinandosi alla quota della stampa (20%) mentre la tv conserva la metà del mercato, radio e direct mail assorbono a testa il 5% e gli altri mezzi si dividono il restante 3%.
Hanno investito meno tutti i macro settori merceologici, in particolare il largo consumo ha segnato - 11.9% (con gli alimentari a -14,7%), -16.4% i beni durevoli (-19,3% l'automotive) e -5.9% i servizi (-10,3% le telecomunicazioni). E ricordiamo che alimentari, automotive e tlc sono i primi tre settori spendenti, tuttavia c'è una buona notizia: le auto sono tornate in attivo a dicembre.
Le aziende attive in pubblicità sono state 18.425, il 6.7% in meno, e il budget medio è calato del 5.8%. L'investimento delle aziende che hanno abbandonato la pubblicità (8.681) è più o meno compensato da quello di 7.359 new entry. La differenza la fanno le aziende stabili che sono state 11.066. Di queste 4.751 hanno investito nel complesso 1.337 milioni in meno, mentre le altre 6.315 hanno investito nel complesso 442 milioni in più: da qui il saldo negativo di circa 900 milioni.
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Passo avanti per l'avvio del sistema europeo di allerta pubblica AWARE, integrato negli impianti DOOH di JCDecaux
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Il progetto europeo AWARE, finanziato dall'UE e guidato da Telespazio France, ha organizzato presso la sede di JCDecaux a Plaisir (Francia) la seconda dimostrazione in condizioni reali del suo sistema di allerta pubblica. L'obiettivo è di rafforzare la sicurezza dei cittadini europei con la diffusione di allarmi in tempo reale direttamente negli spazi pubblici, grazie al servizio di navigazione satellitare Galileo (EWSS - Galileo Emergency Warning Satellite Service). Integrato nell'arredo urbano digitale di JCDecaux, il modulo AWARE è in grado di trasmettere istantaneamente messaggi di allerta nelle strade, nel momento e nel luogo preciso in cui si verifica il pericolo. È un un mezzo di comunicazione utile, dinamico e reattivo, progettato per diffondere informazioni locali ed essenziali in qualsiasi circostanza, attivabile in situazioni tipo incidenti industriali gravi, catastrofi naturali, emergenze urbane. (7 novembre 2025)
SULLO SCHERMO213
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DRACULA: L'AMORE PERDUTO / Fantasy
Presentato alla Festa del Cinema di Roma, è nelle sale italiane ‘Dracula - L'amore perduto’ (‘Dracula: A love tale’), film francese diretto da Luc Besson. Nel cast Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Matilda De Angelis, Zoë Bleu Sidel. Distribuisce Lucky Red. Dura 129 minuti
Il conte Vladimir Dracula (Caleb Landry Jones) rinnega Dio per la morte dell'amatissima moglie Elisabeta (Zoë Bleu Sidel) e si tira addosso la maledizione eterna di essere un vampiro, che vaga nei secoli e nei luoghi, animato da un solo desiderio: ritrovare l'amore perduto. Lo ritrova dopo 400 anni a Parigi, in piena Belle Epoque, dove si è introdotto nella buona società come artista e dove attrae, grazie a un profumo, donne belle ed eleganti, che finiscono per rimetterci la giugulare diventando vampiri esse stesse e di lui succubi. Tra queste c'è Maria (Matilda de Angelis), cruciale nell'individuare Elisabeta nella giovane Mina, che un po’ per volta, a colpi di déja vu, rivive il passato e si offre al morso del ritrovato amore. Non mancano il tetro castello in Transilvania con una masnada di gargoyle fatti con la CGI come servitori e il prete esorcista che va alla ricerca di Dracula con gli arnesi del caso. Ma non è la classica gotica tregenda kitsch, a base di denti, sangue, paletti e orrore. Qui l'orrore è ammorbidito, subordinato al racconto di un amore tanto forte e da una residua umanità da indurre Vladimir all'estremo sacrificio. Più fantasy che horror ma grande spettacolo.