Non più ‘Made in Italy’ ma ‘Created in Italia’, progetto-proposta di Saatchi & Saatchi
Una ricerca sul vissuto del Made in Italy e del Made in France a confronto, presso cinesi e americani, ha evidenziato che non ci viene riconosciuta la passione creatrice che l’Italia mette nelle sue produzioni. Saatchi & Saatchi Italia suggerisce un rebranding che rispecchi di più i nostri valori, e lo propone ad aziende e istituzioni per un rilancio dei nostri prodotti sul mercato globale. Anche in vista dell’Expo
24 gennaio 2014 - Una compagnia di idee, qual è un'agenzia di comunicazione che per di più ha in portfolio importanti brand italiani, ha l'intuizione che varrebbe la pena scardinare una delle tradizionali certezze del Paese: il valore della dizione ‘Made in Italy’. E forte dei risultati di una ricerca svolta con metodologia innovativa, suggerisce un'alternativa più pregnante, che sottolinei la creatività e la passione dietro alle nostre produzioni e insieme non mortifichi il nome del Paese scrivendolo in inglese: non più ‘Made in Italy’ ma ‘Created in Italia’. Non una campagna per ora, ma un esercizio intellettuale, un suggerimento che potrebbe avere, col sostegno di aziende e istituzioni, interessanti sviluppi. Anche in vista dell’Expo, ma non solo.
L’iniziativa è di Saatchi & Saatchi Italia che ha affidato all'istituto canadese Hotspex la ricerca a titolo ‘Rebranding Made in Italy’ sulla percezione del ‘brand Italia’, mettendo a confronto la visione che due potenze mondiali come America e Cina hanno dei prodotti italiani e di quelli francesi. Lo studio ha analizzato le specificità del Made in Italy e del Made in France, prendendo in esame quattro categorie di prodotto - vino, moda, design e cibo –, utilizzando una metodologia che coniuga razionalità ed emotività, visto che spesso sono le emozioni a indurre gli acquisti. Si è evidenziato che i prodotti italiani sono vissuti come di qualità ma privi di personalità e di fascino, caratteristiche accreditate invece al Made in France. E se in America si preferisce acquistare prodotti di produzione italiana perché considerati più affidabili e di buona fattura rispetto all'offerta francese, in Cina il confronto tra Italia e Francia ci vede nettamente perdenti. In generale non ci viene riconosciuto uno dei nostri tratti caratterizzanti, la passione.
“Dato che in ogni rivoluzione bisogna partire dal linguaggio – spiega Giuseppe Caiazza, ceo di Saatchi & Saatchi Italia e head of automotive business di Saatchi & Saatchi Emea – ci siamo resi conto che ‘Made’ non trasmette quella passione e quel buon gusto che mettiamo nelle cose: noi non facciamo, noi creiamo. E perché poi rinunciare alla parola Italia, laddove il Paese competitor ha il vantaggio di potersi chiamare France sia in inglese che in francese?”. Un esercizio intellettuale ma nemmeno troppo: “Gli imprenditori italiani – sostiene Caiazza - vedono il Made in Italy come espressione di passione, buon gusto e creatività. E attorno a questi valori si costruiscono strategie di marketing per promuovere i prodotti italiani nel mercato globale. La ricerca ci dice invece che in certi casi questa percezione del Made in Italy non si riflette in maniera coerente tra i consumatori nel mondo”.
L'agenzia sta già elaborando strategie di comunicazione sul concetto ‘Created in Italia’, ci sta ragionando con clienti e istituzioni. L'ha presentato in dicembre al Fondo Strategico Italiano (FSI) ed è in cerca di nuovi agganci istituzionali dove verificare l'eventuale interesse e trovare appoggio. E ha la visione di un progetto sostenuto da aziende e istituzioni che nel periodo che ci sta conducendo verso l'Expo 2015 contribuisca a dare all'Italia e ai suoi prodotti un'immagine più corrispondente al suo valore reale. Al centro ci sarà il nuovo marchio 'Created in Italia' che verrà stampato su tutti i nostri prodotti.
Intanto l'agenzia dichiara dati di business positivi in controtendenza a un mercato in sofferenza. Nell'ultimo triennio la crescita del business è stata del 10% (contro un calo del mercato di riferimento del 30%): +5/6% nel 2011, sostanziale pareggio nel 2012, +4% nel 2013, anno in cui ha acquisito clienti come Whirpool, Salmoiraghi & Viganò, Club Med, Novartis e Twinings. Il 2014 si è aperto con una nuova entry: il budget di Peroni. Tra i progetti del 2014 c’è quello di dare nuovo impulso ai servizi digitali tramite un'acquisizione, e lo spostamento di sede che vedrà le agenzie del gruppo Publicis riunirsi in unico stabile a Milano in via Jenner.
Leo mette in scena per McDonald's la ‘Salvaeuro Wallet Dance’
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McDonald's si ispira alla classica situazione dell'amico che, al momento di pagare, si industria a cercare a lungo il portafoglio sperando che nel frattempo paghi qualcun altro. Succede nella nuova campagna estiva ‘Salvaeuro Wallet Dance’ firmata da Leo, che mostra una danza esilarante ispirata ai movimenti goffi che accompagnano il momento del conto, sulle note di ‘U Can't Touch This’. L'obiettivo è di metter in luce il Salvaeuro Menù, gustoso, conveniente e facile da pagare tanto che che ci si può permettere di offrirlo. Lo spot è in tv, social e digital con media e amplificazione a cura di OMD. Fuse, la unit di branded entertainment e sport di Omnicom Media Group, ha curato la partnership con l'ambassador Carlos Diaz Gandia, protagonista di un video tutorial social che porta a scoprire i diversi livelli della Wallet Dance, invitando la community a riconoscere l'amico che la mette in scena pur di evitare il conto e a premiarne la performance con il Salvaeuro Menù. (1 luglio 2025)
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Pietro il Vetro protagonista della campagna di sensibilizzazione di CoReVe nelle località turistiche. CoReVe (Consorzio di recupero del vetro) lancia una campagna di sensibilizzazione sul corretto riciclo del vetro rivolta a turisti e villeggianti di località balneari e altre mete turistiche
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Collistar affida la comunicazione su digital e social a We Are Social. Il marchio beauty Collistar (gruppo Bolton) ha scelto We Are Social come partner strategico e creativo per la comunicazione su digital e social
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Corepla e BBoard Com rimettono l'‘Italia in cornice’. Prima tappa a Perugia
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Torna ‘L'Italia in Cornice’, iniziativa di Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) che celebra le bellezze del Paese e sensibilizza sull'importanza cruciale di una corretta raccolta differenziata della plastica. Ancora una volta il Consorzio è affiancato da BBoard Com, business unit del Gruppo BBoard specializzata in soluzioni per il field marketing, che gestisce in toto le tappe. La prima di quest’anno è stata a Perugia dove, in piazza del Melo, è stata inaugurata l'installazione di una cornice in plastica riciclata, opera d'arte contemporanea che celebra gli scorci più belli della città e, simbolicamente, dell'Italia intera. I visitatori sono stati invitati a fotografarsi e a divulgare l'importanza di dare nuova vita alla plastica. A corredo dell'installazione principale sono stati posizionati dei pannelli con illustrazioni create da Ale Giorgini, opere che enfatizzano il concetto di gioco di squadra per questo obiettivo. All'interno delle illustrazioni i ‘QR Art code’ disegnati con icone raffiguranti prodotti in plastica stimolano l'interazione, rimandando a una landing page dedicata a ‘L'Italia in Cornice’ e al suo impegno. (1º luglio 2025)
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IL CONO D'OMBRA. LA STORIA DI DENIS BERGAMINI / Docuserie
Il 27 e 28 giugno va on air con due puntate per serata, in esclusiva su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e in streaming su Now, per essere poi sempre disponibile on demand, la docuserie ‘Il cono d’ombra’ sul caso di Denis Bergamini, produzione di Sky Original. La regia è di Paolo Negro che è anche autore insieme a Deborah Campanella e a Pablo Trincia che conduce in video il racconto. Un cold case fatto di silenzi, contraddizioni, depistaggi e infinito dolore per la famiglia. La sorella Donata ha dedicato decenni a cercare di avere giustizia. La storia era già stata oggetto del podcast omonimo di Pablo Trincia realizzato da Chora Media per Sky TG24.
Denis Bergamini, calciatore in forze al Cosenza Calcio, il 18 novembre 1989 a 27 anni è travolto e trascinato da un camion sulla statale che corre lungo la costa ionica calabrese. Era in auto con la sua ex, Isabella Internò, con cui aveva avuto una storia travagliata e che non ne aveva mai accettato la fine, che dichiarò tra le lacrime che Denis era sceso e si era suicidato buttandosi sotto al camion. Era sera, era fine turno per la pattuglia intervenuta, era sabato, sia la ragazza che il camionista concordavano sulla tesi del suicidio: con immensa sciatteria fu presa per buona. La famiglia, gli amici, i compagni di squadra non ci credettero mai. La docuserie racconta la lunga battaglia per la verità, contro il cono d’ombra sceso sul tragico evento, attraverso le testimonianze di chi ha amato Bergamini, materiale d’archivio, atti processuali, video girati da Denis stesso, creando perfino un rendering della parte della maledetta statale oggi non più esistente. A distanza di 35 anni, nel 2024, il caso viene riaperto e Isabella Internò condannata in primo grado a 16 anni per omicidio volontario premeditato in concorso con ignoti. Il corpo riesumato, trovato in un inatteso buono stato di conservazione, gridò la verità, quella che nel 1989 non si era voluta vedere: sotto il camion fu lanciato un morto. La docuserie mostra cosa significhi davvero cercare giustizia quando il tempo sembra giocare contro, e quando la verità è stata a lungo ignorata. Il processo d'appello si terrà il 21 ottobre a Catanzaro. La docuserie potrebbe avere un episodio extra.