Rilevati dal 16 dicembre in modalità censuaria, sono pubblicati ogni giorno anche gli ascolti televisivi da smartphone, smart tv, tablet, pc, game console e da settembre anche da app mobile per DeAgostini, Discovery, La 7, Mediaset, Rai e Sky, incluse le performance della pubblicità. Per gli investitori è un passaggio epocale, perché viene misurato un pubblico nuovo, fatto soprattutto di Millennial. La nuova release si affianca a quella tradizionale sugli ascolti tv raccolti con metodo campionario. Sistema in evoluzione verso la total audience della tv
26 giugno 2019 - Auditel evolve alla luce della rivoluzione digitale che ha portato il consumo di video al di fuori della tradizionale fruizione da televisore classico, in particolare per la generazione dei Millennial che è centrale nell'eco-sistema dei media e della pubblicità, e che nel 2025 costituirà la metà della forza lavoro nel nostro Paese. Rilevati dal 16 dicembre con modalità censuaria, sono resi pubblici da ieri ogni giorno anche gli ascolti televisivi da device digitali abilitati alla visione via protocollo IP ovvero da smartphone, smart tv, tablet, pc e game console (ma non ancora dalle app mobile che verranno inserite a settembre), in casa e fuori casa, misurando non solo la performance dei contenuti ma anche quella della pubblicità: un primato assoluto a livello internazionale.
“Sono modalità di consumo finora mai misurate ma in crescita. Auditel diventa una delle rilevazioni più all'avanguardia nel mondo – ha detto
Lorenzo Sassoli, presidente dell'Upa –. Per gli investitori si tratta di un passaggio epocale, perché viene misurato un pubblico nuovo, e per Upa solo quanto è misurabile ha valore. La novità permette agli investitori di focalizzare meglio gli investimenti ma è anche a vantaggio dei broadcaster che potranno rivedere i moduli di programmazione per rivolgersi meglio anche a un'altra parte di pubblico”.
Il contesto tecnologico e di fruizione è fotografato dalla ricerca di base Auditel appena aggiornata. Sono
112 milioni gli schermi connessi a contenuti video e televisivi in Italia. Sono 42 milioni le tv tradizionali (1,7 per famiglia), 43 milioni gli smartphone, 7 milioni i tablet, 19 milioni i pc (laptop, desktop) mentre un'altra piccola parte riguarda le piattaforme per il gaming. A livello globale, il consumo di video cresce del 50% all'anno e si stima che nel 2025 i video rappresenteranno il 75% del traffico dati sul pianeta. Auditel, che rilevava nel 2007 solo 7 emittenti, ora rileva gli ascolti di 191 editori televisivi col tradizionale sistema campionario. Con il nuovo sistema censuario rileva, per ora, gli ascolti di
6 editori che rappresentano però l'86,5% del totale dell'ascolto televisivo classico: DeAgostini, Discovery, La 7, Mediaset, Rai e Sky. Altri potranno inserirsi.
Per misurare gli ascolti sui device digitali Auditel utilizza quattro nuove metriche:
1.
AMR-D (Average Minute Rating-Device) ovvero l'ascolto nel minuto medio dei device. Di fatto è identico all'AMR della tv tradizionale, ma, invece di misurare gli spettatori nel minuto medio, quantifica i device nel minuto medio (dietro cui vi è almeno una o più persone in visione).
2.
LS (Legitimate Stream). Misura il volume di stream erogati e visti per almeno 300 millisecondi (soglia tecnica per avere certezza dell'effettivo avvio dello stream) da ciascun device. Si calcola sia per la visione del contenuto lineare (live) che per la visione di quello on-demand. Un primo dato relativo alla settimana 16-22 giugno è di 119.373.000.
3.
TTS (Total Time Spent). E' calcolato sommando tutti i secondi in cui ciascun device ha visualizzato contenuti editoriali e pubblicitari di un singolo canale. Un primo dato relativo al periodo 16-23 giugno è di 5.653.000 ore.
4.
ASD (Average Stream Duration). Calcola la durata media di uno stream. Un primo dato lo indica di 5’19” (escluso i film pubblicitari), media tra i 20’24” su smart tv, 9’ 42” su pc e 4’21” su smartphone.
Una
prima avvertenza è che i dati relativi ai device digitali, raccolti con sistema censuario, non si possono sommare ma solo affiancare a quelli raccolti per la tv lineare con sistema campionario sugli individui. “L'integrazione degli ascolti della tv tradizionale con quelli dei device digitali, attraverso metriche univoche e omogenee, – ha detto il
presidente di Auditel, Andrea Imperiali - avverrà alla fine del percorso quando forniremo la ‘total audience della tv’. Siamo ora alla prima release della nuova soluzione Auditel. Ci saranno ulteriori step con le app a settembre e, poi, a gennaio 2020, con la disponibilità della library digitale di programmi tv e spot e del Codice Univoco Spot Video”. Col CUSV si potrà misurare la performance del singolo spot e non solo del singolo break. La
seconda avvertenza è che non si può parlare di share come con la tv tradizionale, dato che non esiste un totale internet poiché le potenzialità di distribuzione sono innumerevoli.
I nuovi dati saranno diffusi ogni giorno alle 18. È prevista poi una release settimanale, consultabile alle 10 del martedì, per consentire un'analisi più corretta della fruizione. La
terza avvertenza, infatti, è che non esiste sul web ‘il giorno dopo’: la modalità di fruizione on demand è largamente maggioritaria e quindi una valutazione dell'audience di un canale o di uno spot è attendibile su almeno 3 o meglio 7 giorni.
Per quanto riguarda i contenuti editoriali, i formati rilevati sono
i video on demand live, gli
on demand long form (ad esempio una partita di calcio), gli
on demand short form (clip come gli high light di una partita), i
digital first (programmi messi prima sul digitale che in tv), le
preview (i primi 5 o 10 minuti di un programma destinato alla tv). Per la pubblicità i formati sono:
flusso (come per la tv lineare), i
pre-roll, i
mid-roll e i
post- roll. L'ecosistema, tuttavia, è destinato a trasformarsi velocemente per motivi congiunturali (l'aggiunta delle app a settembre potrebbe incidere per un 20-25% sui volumi complessivi) e per motivi strutturali, visto il veloce tasso di sostituzione delle smart tv e la continua evoluzione tecnologica, in primis la rivoluzione in arrivo del 5G.
“Sono dati – ha concluso Imperiali - certificati, verificati, da fruizioni reali e non generati da software fraudolenti. Rispettano pienamente i principi regolatori come la GDPR. Sono soggetti alla vigilanza di AgCom, Agcm e Garante della privacy. Garantiscono la totale trasparenza”.
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