Italiani poco sensibili alla cyber-security, WannaCry non ha fatto scattare la domanda di prevenzione
Un'analisi di web intelligence realizzata da Competence ha rilevato che, durante il picco del recente attacco di ransomware, la domanda di sicurezza in rete è stata inferiore del 20% in Italia rispetto alla media mondiale. Nella classifica dei Paesi col maggior numero di mention sull'attacco, l'Italia si posiziona 15esima, mentre ai primi posti si trovano Stati Uniti, Giappone e Spagna
29 maggio 2017 - In tema di malware gli italiani si dimostrano poco coscienti del pericolo, con una percezione del rischio inferiore alla media mondiale. Lo mette in luce un'analisi di web intelligence realizzata da Competence (reputation agency di Milano) sulle conversazioni online relative a #wannacry, l'attacco hacker che ha colpito il mondo il 12 maggio, mettendo in ginocchio organizzazioni pubbliche e aziende.
L'indagine, svolta attraverso la piattaforma di social listening talkwalker, ha preso in considerazione oltre 25.000 articoli, post e commenti pubblicati in rete per analizzare la percezione degli italiani sui temi legati alla cyber-security e al recente attacco informatico.
“Le conseguenze legate a un attacco informatico non riguardano solo gli aspetti strettamente correlati al furto dei dati e alla richiesta di riscatto dei ransomware - ha commentato Lorenzo Brufani, amministratore delegato di Competence -. Anche la reputazione delle aziende è messa a rischio da questo tipo di eventi, ed è fondamentale gestire tempestivamente la situazione. Risulta preoccupante il livello di ‘incoscienza’ delle persone che navigano in rete: la richiesta di cybersecurity in Italia è risultata inferiore di circa il 20% rispetto alla media mondiale registrata da Google Trends”.
Twitter è risultato essere il canale principale attraverso cui gli italiani si sono confrontati sul ransomware con ben 19.700 tweet dedicati all'argomento solo nel nostro Paese. Per quanto riguarda il livello di engagement, però, prevale YouTube, con oltre 100.000 visualizzazioni e poco meno di 1.000 commenti per il video dedicato all'argomento, pubblicato su YouTube Breaking Italy, che si è rivelato essere il contributo italiano con il maggior livello di engagement. L'indagine rivela anche che quando c'è la percezione di rischio le persone si affidano ancora ai media tradizionali che hanno un livello di affidabilità molto elevato.
Nella classifica dei Paesi con il maggior numero di mention su WannaCry, l'Italia si posiziona 15esima, mentre ai primi posti si trovano Stati Uniti, Giappone e Spagna, Paesi colpiti in maniera importante dall'attacco. Per quanto riguarda il sentiment di queste conversazioni, l'Italia risulta avere una percentuale maggiore di mention negative (39%) rispetto alla media mondiale (37%), ma anche a questa diffidenza superiore non corrisponde una domanda di prevenzione altrettanto forte. Infatti, mentre Google Trends ha evidenziato a livello mondiale un picco di ricerche legate alla parola ‘cybersecurity’ in seguito all'attacco WannaCry, non è emersa una correlazione simile a livello italiano. Pare poi che il 70 % di chi in rete ha parlato di WannaCry sia un esperto informatico, mentre mancano all'appello professionisti come operatori sanitari, avvocati e ingegneri, che andrebbero maggiormente sensibilizzati.
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Passo avanti per l'avvio del sistema europeo di allerta pubblica AWARE, integrato negli impianti DOOH di JCDecaux
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SULLO SCHERMO213
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DRACULA: L'AMORE PERDUTO / Fantasy
Presentato alla Festa del Cinema di Roma, è nelle sale italiane ‘Dracula - L'amore perduto’ (‘Dracula: A love tale’), film francese diretto da Luc Besson. Nel cast Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Matilda De Angelis, Zoë Bleu Sidel. Distribuisce Lucky Red. Dura 129 minuti
Il conte Vladimir Dracula (Caleb Landry Jones) rinnega Dio per la morte dell'amatissima moglie Elisabeta (Zoë Bleu Sidel) e si tira addosso la maledizione eterna di essere un vampiro, che vaga nei secoli e nei luoghi, animato da un solo desiderio: ritrovare l'amore perduto. Lo ritrova dopo 400 anni a Parigi, in piena Belle Epoque, dove si è introdotto nella buona società come artista e dove attrae, grazie a un profumo, donne belle ed eleganti, che finiscono per rimetterci la giugulare diventando vampiri esse stesse e di lui succubi. Tra queste c'è Maria (Matilda de Angelis), cruciale nell'individuare Elisabeta nella giovane Mina, che un po’ per volta, a colpi di déja vu, rivive il passato e si offre al morso del ritrovato amore. Non mancano il tetro castello in Transilvania con una masnada di gargoyle fatti con la CGI come servitori e il prete esorcista che va alla ricerca di Dracula con gli arnesi del caso. Ma non è la classica gotica tregenda kitsch, a base di denti, sangue, paletti e orrore. Qui l'orrore è ammorbidito, subordinato al racconto di un amore tanto forte e da una residua umanità da indurre Vladimir all'estremo sacrificio. Più fantasy che horror ma grande spettacolo.