Il biscottificio Di Leo Pietro sposa la causa salutista e ambientalista. Con forPlanet Onlus sosterrà le foreste e l'orango di Sumatra
Lo storico biscottificio di Altamura dà visibilità all'aver tolto da due anni l'olio di palma dai suoi prodotti, aderendo al progetto ‘All'orango io ci tengo’. L'1% del ricavato dalla vendita dei biscotti Fattincasa sarà devoluto all'iniziativa, lanciata in collaborazione con forPlanet di Tessa Gelisio e la Sumatran Orangutan Society. Tornerà, inoltre, in tv lo spot tratto dal corto ‘Storia di Leo’ ideato dall'agenzia CaruccieChiurazzi
29 settembre 2016 - Due anni fa lo storico biscottificio Di Leo Pietro aveva eliminato l'olio di palma da tutti i suoi prodotti, ma già dal 1990 realizzava il prodotto di punta, i biscotti Fattincasa, con solo olio di mais. Ora lega il brand a un progetto di sostenibilità ambientale in Indonesia, contro la deforestazione che fa posto a nuove coltivazioni di palma, nuocendo anche alla vita delle specie animali autoctone. Il nome del progetto è tutto un programma: ‘All'orango io ci tengo’.
Di Leo Pietro spa, nata nel 1860 ad Altamura e con stabilimento produttivo a Matera, lo lancia insieme all'associazione per la conservazione ambientale forPlanet Onlus, fondata e presieduta dalla scrittrice e conduttrice televisiva Tessa Gelisio, in collaborazione con la Sumatran Orangutan Society (SOS). Per un anno, dal 1° ottobre 2016 al 1° ottobre 2017, la Di Leo destinerà l'1% del ricavato dalla vendita della linea Fattincasa alla salvaguardia degli orango di Sumatra.
Verranno reintrodotti in natura 15 orangutan, verrà recuperato un ettaro del loro habitat con la piantumazione di 1.000 alberi e verrà offerto un supporto alle attività delle associazioni impegnate nella conservazione a lungo termine delle foreste pluviali primarie dell'isola, dove le coltivazioni di palma da olio si stanno espandendo anche all'interno delle foreste (ridotte alla metà in 25 anni) e delle aree protette. Negli ultimi 100 anni la presenza di orangutan è diminuita dell'86% e la specie è a rischio di estinzione.
L'iniziativa solidale viene comunicata sul web. Con l'acquisto dei biscotti Fattincasa sul sito www.dileo.it si contribuirà alla causa degli orangutan e si riceveranno t-shirt e cappellino del progetto in omaggio. Tra le altre attività di comunicazione del brand, è previsto un nuovo flight in tv dello spot ideato tre anni fa dall'agenzia CaruccieChiurazzi di Bari, tratto in tagli da 60 e 30 secondi dal cineracconto ‘Storia di Leo’, prodotto da Fanfara Film con regia di di Pippo Mezzapesa, che mette in scena la storia aziendale attraverso un racconto collettivo.
La Di Leo è il secondo player dei biscotti in Puglia e Basilicata, alle spalle del Gruppo Barilla (fonte Nielsen). Nell'ultimo quinquennio il fatturato è passato dai 10,5 milioni del 2010 ai 14,9 del 2015. Il mercato ha premiato la scelta di investire sul segmento salutistico: «Siamo impegnati – ha detto Pietro Di Leo, amministratore unico della Di Leo Pietro spa – a rinnovare i nostri prodotti e a renderli sempre più aderenti alle richieste del mercato, ormai attentissimo agli aspetti salutistici e nutrizionali degli alimenti». Mentre nel 1° semestre di quest'anno il mercato di riferimento ha visto le vendite a volume calare in Area 4 Nielsen del 2,8% e in particolare in Puglia del 5,3% e in Basilicata del 7,3%, la Di Leo è cresciuta rispettivamente dell'1,5%, del 3,1% e del 3,5%.
TIM con Havas lancia NEXT Evolution, offerta dedicata all'Iphone 17 Pro
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Ceres dà nuova vita alle maglie ‘tradite’ dei tifosi di calcio con We Are Social
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Ogni anno si ripresenta per i tifosi di calcio un problema: la maglia acquistata col nome dell'idolo di turno diventa improvvisamente un ricordo amaro quando il giocatore cambia squadra. Ceres, la birra delle tifoserie italiane, ha ideato una soluzione semplice ma definitiva: una pezza adesiva che permette di coprire completamente o parzialmente il nome dell'ex idolo, con possibilità di scriverci sopra a piacimento. Un gesto ironico e liberatorio perché la maglia della squadra del cuore merita di essere indossata per sempre. Il lancio di ‘Levatelo dalle spalle’ è avvenuto in occasione del big match Milan–Napoli di domenica 28 settembre con un'attivazione in un bar nei pressi di San Siro a Milano. Decine di tifosi delle due squadre hanno personalizzato le ‘maglie tradite’ insieme a creator del mondo calcio. L'attività continuerà nei prossimi mesi in una selezione di bar in tutta Italia. Il concept e la produzione del progetto sono a cura di We Are Social. (1º ottobre 2025)
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IL CONO D'OMBRA. LA STORIA DI DENIS BERGAMINI / Docuserie
Il 27 e 28 giugno è andato on air con due puntate per serata, in esclusiva su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e in streaming su Now, per essere poi sempre disponibile on demand, la docuserie ‘Il cono d’ombra’ sul caso di Denis Bergamini, produzione di Sky Original. La regia è di Paolo Negro che è anche autore insieme a Deborah Campanella e a Pablo Trincia che conduce in video il racconto. Un cold case fatto di silenzi, contraddizioni, depistaggi e infinito dolore per la famiglia. La sorella Donata ha dedicato decenni a cercare di avere giustizia. La storia era già stata oggetto del podcast omonimo di Pablo Trincia realizzato da Chora Media per Sky TG24.
Denis Bergamini, calciatore in forze al Cosenza Calcio, il 18 novembre 1989 a 27 anni è travolto e trascinato da un camion sulla statale che corre lungo la costa ionica calabrese. Era in auto con la sua ex, Isabella Internò, con cui aveva avuto una storia travagliata e che non ne aveva mai accettato la fine, che dichiarò tra le lacrime che Denis era sceso e si era suicidato buttandosi sotto al camion. Era sera, era fine turno per la pattuglia intervenuta, era sabato, sia la ragazza che il camionista concordavano sulla tesi del suicidio: con immensa sciatteria fu presa per buona. La famiglia, gli amici, i compagni di squadra non ci credettero mai. La docuserie racconta la lunga battaglia per la verità, contro il cono d’ombra sceso sul tragico evento, attraverso testimonianze di chi ha amato Bergamini, materiale d’archivio, atti processuali, video girati da Denis stesso, creando perfino un rendering della parte della statale oggi non più esistente. A distanza di 35 anni, nel 2024, il caso viene riaperto e Isabella Internò condannata in primo grado a 16 anni per omicidio volontario premeditato in concorso con ignoti. Il corpo riesumato, trovato in un inatteso buono stato di conservazione, fece emergere la verità, quella che nel 1989 non si era voluta vedere: sotto il camion fu lanciato un morto. La docuserie mostra cosa significhi davvero cercare giustizia quando il tempo sembra giocare contro, e quando la verità è stata a lungo ignorata. Il processo d'appello si terrà il 21 ottobre a Catanzaro. La docuserie potrebbe avere un episodio extra.