E3 e Be On in co-working per il native advertising
In una nuova sede comune a Milano, l’agenzia creativa interattiva e la divisione di Aol specializzata in pianificazione, distribuzione e amplificazione di branded content proporranno in sinergia strategie di video native advertising. Per il native nascente in Italia i due partner hanno anche elaborato un catalogo per pianificazioni efficaci
22 novembre 2013 - Si uniscono negli spazi e nell'operatività Be On, divisione di Aol dedicata a programmi e strategie di branded content, e E3, agenzia creativa interattiva, entrambe votate al digitale e ai social, per cogliere le opportunità del native advertising nascente in Italia. Un co-working fisico, concettuale e operativo, nella nuova sede comune di via Boscovich 14 a Milano, con E3 concentrata nella fase ideativa e creativa di produzione di branded content e Be On su pianificazione, distribuzione e amplificazione di queste soluzioni di storytelling innovative, in particolare di branded video. Tra l'altro, il native ha avuto un ruolo nella crescita del 12% nel 2013 del fatturato di E3 che era stato di 5 milioni nel 2012.
Il native advertising sta prendendo piede nel settore dell'advertising online, grazie allo sviluppo dei social media che hanno mFederico Ceccarelli, Fabio Racchini, Georgia Giannattasio, Maurizio Mazzantiodificato il rapporto tra consumatori e brand. È forma pubblicitaria legata all'incremento dei contenuti generati in rete da tutti gli interlocutori digitali. Entrando a far parte del contenuti, il native viene vissuto come meno intrusivo, offre maggiore interazione e un coinvolgimento più profondo con gli utenti, a cui comunica con un linguaggio che li trova particolarmente ricettivi, ottenendo maggior accettazione rispetto ad advertising online tradizionale da cui hanno imparato a sottrarsi. Per i publisher che, soprattutto in Usa, si stanno concentrando sul native ci sono quattro opportunità: la sponsorizzazione di un link nei testi, quella di un'immagine, la creazione di un video adv e quella di una story (sui social).
Negli Stati Uniti si investiranno nel 2013 nel native 2.3 miliardi di dollari contro 1.4 nel 2012. In Italia sta crescendo l'interesse verso questa nuova modalità, insieme a un maggior interesse a investire nei video adv. Secondo Nielsen, sui video adv sono stati pianificati 54 milioni di euro (pari al 18% dell'investimento sul digital) tra gennaio e settembre 2013 contro 43 (pari al 14%) nel periodo corrispondente del 2012.
Be On ed E3 intendono concentrarsi sull'elaborazione di strategie di video branded content che raccontino e creino un'esperienza, senza limiti di lunghezza (mai sotto i 30”), sostenendo i valori del brand. Si creano contenuti ad hoc, si distribuiscono in modo native, si misurano non in base al numero di visualizzazioni ma all'engagement. Gli adv video native sono coinvolgenti, godono di maggior ‘brand favorability’ ( da cui ‘brand recommandation’ e ‘purchase intent’): l’utente si identifica col brand ed è disposto a condividere il video dando il via all'amplificazione che, nei casi riusciti, ne fa una hit, evento che avviene solitamente nelle prime 72 ore. Esaminando case history globali come quelle Bmw, di Lg o di Volvo, come l'attuale 'Epic Split’ di Volvo Truck con la performance di Van Damme che dal 14 novembre in una settimana ha raggiunto 33 milioni di visualizzazioni (vedi video qui sotto), si nota che, anche se la viralizzazione non si può domare (come spiega Georgia Giannattasio, managing director di Be On Italia), la tecnica per arrivare a tanto successo è distribuire il contenuto nello stesso momento, coinvolgendo direttamente i social influencer, per poi passare all'amplificazione, ricorrendo alla promozione sui social e al coinvolgimento di altri mezzi fino a ottenere l'esplosione con milioni di visualizzazioni su YouTube e l'attenzione degli altri media.
Casi globali. A livello locale, come spiegano Fabio Racchini e Maurizio Mazzanti, rispettivamente presidente e direttore creativo di E3, per una buona pianificazione online si suggerisce di integrare il native con modalità di comunicazione online più tradizionali.
E3 e Be On hanno anche messo a punto, per corrette pianificazioni di video native advertising, un Decalogo delle caratteristiche fondamentali della pubblicità nativa:
Contenuto brandizzato oltre i 30 secondi
Distribuzione in-streaming
Non intrusivo (no autoplay)
Rilevante per l'utente, senza interruzione del flusso informativo
Contestuale, rispecchia il look & feel del sito
Trasparente, chiaramente etichettato come advertising
Condivisibile dagli utenti
Non soggetto ad affollamento, è esso stesso il contenuto
Engagement reale, non soggetto alla banner blindness
Distribuisce valore, non view
Heineken a fianco dei tifosi scaramantici per la Finale della Champions. Firma LePub
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Per la Finale di UEFA Champions League del 31 maggio a Monaco di Baviera, Heineken con Le Pub ha lanciato un attivazione pan-europea mostrando con ironia dove può arrivare la scaramanzia di un tifoso. Protagonista di ‘The Unlucky Charm’ è stato un certo Marco Simeone, tifoso sfegatato dell'Inter ma convinto di essere un ‘portasfortuna’ per la sua amata squadra tanto da rinunciare ad andare allo stadio. Heineken ha allestito per lui un bar su misura - il Marco's Far Away Pub From The Stadium In Munich - in una località remota ai confini dell'Europa, il più lontano possibile da Monaco, dove ha potuto seguire la partita in solitaria. La produzione del video che lo racconta è di Prodigious Production con regia di Tommaso Bianchi. Un sondaggio globale condotto per Heineken in aprile da Censuswide su un campione di 12.011 tifosi di calcio di Uk, Usa, Germania, Brasile, Portogallo e Corea del Sud, ha dimostrato quanto i tifosi siano influenzati dalla superstizione: il 43% si è sentito responsabile di aver ‘portato sfortuna’ a una partita, il 22% crede che evitare di guardare l'incontro possa migliorarne il risultato. Dopo oltre trent'anni come sponsor della Champions, Heineken celebra anche le piccole eccentricità che rendono il calcio e i suoi tifosi unici. (31 maggio 2025)
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‘Ho sentito un libro suonare’, seconda stagione del video podcast di Radiofreccia e Adci
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Torna il video podcast ‘Ho sentito un libro suonare’ di Radiofreccia (la radio rock del gruppo Rtl 102.5) e dell'Adci - Art Directors Club Italiano, curato da Giuseppe Mastromatteo, vp di Adci e presidente e cco di Ogilvy Italia, e da Luca Scotto di Carlo, socio Adci e creative director di DOS Design. La seconda stagione, composta da otto episodi, si addentra in nuovi territori musicali e letterari, offrendo spunti di riflessione. Il dialogo tra parole e suoni è pensato per ispirare la creatività esplorando le connessioni tra letteratura, musica e cultura visiva. Ogni episodio prende spunto da un libro legato alla musica, ampliando la discussione a periodi storici, figure culturali, influenze artistiche e sociali. La narrazione è pensata per chi vive la creatività ogni giorno e cerca ispirazione tra le righe di un libro e le note di una canzone. La produzione audio è di Eccetera e quella video di Willow Production mentre le grafiche sono di Federico Pepe (Le Dictateur). Il podcast è disponibile sulla piattaforma Rtl 102.5 Play al link. (30 maggio 2025)
SULLO SCHERMO210
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ARAGOSTE A MANHATTAN / Tra dramma e commedia
Esce al cinema il 5 giugno ‘Aragoste a Manhattan' (‘La Cocina’), film di Alonso Ruizpalacios con Rooney Mara e Raùl Briones, ispirato alla pièce teatrale The Kitchen di Arnold Wesker. Già in concorso alla Berlinale, è stato presentato in anteprima italiana al FESCAAAL (34° Festival del Cinema Africano Asia e America Latina ) di Milano, che insieme alla Fondazione Prada ha dedicato al regista una retrospettiva completa. Distribuisce Teodora Film. Dura 140’
Lingue e culture diverse si mescolano nell'immensa caotica cucina di The Grill, affollato ristorante newyorkese dove i tempi di lavoro sono strettissimi, le richieste dalla sala continue, l'ansia galoppante, i litigi inevitabili. I rari momenti di relax vengono spesi nel tetro vicolo posteriore colmo di rifiuti, tra troppe sigarette e improbabili racconti. La storia tra Pedro, cuoco messicano irregolare, e Julia, cameriera americana, si consuma negli sgabuzzini e perfino nella ghiacciaia. Quando lei resta incinta, Pedro cerca di convincerla a non abortire, sogna per loro un futuro diverso, in Messico. Ma non c'è spazio per i sogni. Tutti hanno problemi e tra chi dirige, chi lavora negli uffici, chi lavora nella sala sembrano inevitabili incomprensioni e conflitti, soprattutto quando un ammanco dalla cassaforte induce lo staff a mettere sotto interrogatorio i lavoranti. Alla fine Pedro esasperato sbracherà in una scena epica distruttiva, di grande performance attoriale, a cui il bianco e nero conferisce persino maggior vigore. Film politico, che evidenzia sfruttamenti e sistema di caste, e apre uno scenario realista e un po’ allarmante su quanto avviene dietro alle quinte di un ristorante.