WFA e Upa varano il Media Charter per regole condivise sull'adv online
Gli advertiser globali chiedono a editori, ad tech companies e piattaforme una riforma del modello della pubblicità sul digitale, che preveda un avanzamento sul tema della viewability, la partecipazione diretta al tavolo dei lavori da parte degli Ott, una nuova governance per il mercato dei dati al servizio dell'advertising
23 maggio 2018 - Upa, forte del lavoro fatto lo scorso anno insieme alle associazioni della comunicazione per la stesura del Libro Bianco per la trasparenza nella comunicazione e negli investimenti digitali (vedi news del 28 giugno e del 14 settembre 2017), ha avuto un ruolo importante nella stesura del Media Charter WFA, presentato durante la Marketer Week 2018 che si è svolta a Tokyo.
Il Media Charter ha l'obiettivo di identificare da parte degli advertiser i principi base che tutti gli operatori del mercato – ad tech companies, editori e piattaforme - sono chiamati a seguire per rendere internet un ambiente più sicuro, trasparente e user friendly. Il Libro Bianco già incorpora alcuni di questi principi, per di più concordati tra tutte le associazioni della filiera dell'online advertising.
Gli advertiser si aspettano nel prossimo futuro un avanzamento sul tema della viewability, che deve diventare una metrica custom con una base quantitativa più solida di quella attuale, la partecipazione diretta al tavolo dei lavori da parte degli Ott, Google e Facebook in primis, e una nuova governance per il mercato dei dati al servizio dell'advertising, che altrimenti rischia di diventare l'ennesima potenzialità sprecata per via dell'opacità del sistema, come dimostra la scarsa velocità di adozione del programmatic buying nel nostro Paese, dovuta non solo a fattori culturali.
Ecco principi del Media Charter appena rilasciato dalla WFA e sottoscritto dalle UPA di tutto il mondo:
1. Zero tolerance to ad fraud with compensation for any breach: a streamlined process to refund all media investments, including fees/commissions, found to be associated with invalid traffic/non-human impressions. Advertisers seek to use accredited third-party verification solutions to assess exposure to ad fraud.
2. Strict brand safety protection: Advertisers require platforms and publishers to accept responsibility for the content carried on their sites and to employ comprehensive and rigorous safeguards on which accounts and channels can host paid advertising. Advertisers commit not to target media investment at content platforms that misuse and infringe IP laws or sites responsible for fake news content or disinformation.
3. Minimum viewability thresholds: Brands should be able to trade against the viewability level that is appropriate for their business including 100% in-view for full duration, if desired. Advertisers understand that higher viewability standards could impact on inventory supply and campaign reach. 4. Transparency throughout the supply-chain: complete transparency through the supply chain (digital or otherwise) covering pricing and trading, fees and costs, placement and data usage. Advertisers respect the right of partners to be profitable and commit to relevant and fair levels of remuneration for services rendered.
5. Third-party verification and measurement as a minimum requirement: Self-reported data is unacceptable, and advertisers need third-party verification that inventory is viewable, fraud free, brand safe and on-target. Advertisers commit to prioritise third-party ad serving and verification companies who are audited and certified by the relevant industry-approved bodies.
6. Removal of ‘walled garden' issues: data and technology should be unbundled, allowing advertisers to use the third-party buying platform of their choice in any and all environments. Publishers and platforms should work to create a solution that provides impression level data with spend tracking companies to enable brands to track media spend in their category and competitive set.
7. Improving standards with data transparency: Data supply chain partners must uphold the same high standards outlined in the WFA’s Data Transparency Manifesto. Advertisers commit to working with partners to ensure data is ethically and transparently sourced as well as securely stored with appropriate assurance mechanisms, including audits. Data collection should be the minimum required to deliver a quality advertising experience.
8. Take steps to improve the consumer experience: Consumers are becoming increasingly frustrated with ads that disrupt their experience, interrupt content, slow browsing or eat up their data allowances. Advertisers and platforms should design commercial communication opportunities so that they are less intrusive and offer a better user experience.
TIM con Havas lancia NEXT Evolution, offerta dedicata all'Iphone 17 Pro
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È partita la campagna di lancio di TIM Next Evolution, soluzione che permette di acquistare l'iPhone 17 Pro a partire da 23 euro al mese. Lo spot racconta la storia di tre ragazzi appassionati di musica che si mettono in viaggio per andare a un concerto, e della loro nonna che può vivere da casa l'esperienza grazie alle funzionalità avanzate dell'iPhone 17 Pro e alla rete TIM. Sulle note di ‘Chi fermerà la musica’, lo spot è on air in tv accompagnato da un piano media integrato che prevede video strategy digital, DOOH, social media, CTv targetizzata e materiali btl dedicati. La creatività si deve ad Havas Milano e la produzione ad Alkemy. (2 ottobre 2025)
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Ceres dà nuova vita alle maglie ‘tradite’ dei tifosi di calcio con We Are Social
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Ogni anno si ripresenta per i tifosi di calcio un problema: la maglia acquistata col nome dell'idolo di turno diventa improvvisamente un ricordo amaro quando il giocatore cambia squadra. Ceres, la birra delle tifoserie italiane, ha ideato una soluzione semplice ma definitiva: una pezza adesiva che permette di coprire completamente o parzialmente il nome dell'ex idolo, con possibilità di scriverci sopra a piacimento. Un gesto ironico e liberatorio perché la maglia della squadra del cuore merita di essere indossata per sempre. Il lancio di ‘Levatelo dalle spalle’ è avvenuto in occasione del big match Milan–Napoli di domenica 28 settembre con un'attivazione in un bar nei pressi di San Siro a Milano. Decine di tifosi delle due squadre hanno personalizzato le ‘maglie tradite’ insieme a creator del mondo calcio. L'attività continuerà nei prossimi mesi in una selezione di bar in tutta Italia. Il concept e la produzione del progetto sono a cura di We Are Social. (1º ottobre 2025)
SULLO SCHERMO212
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IL CONO D'OMBRA. LA STORIA DI DENIS BERGAMINI / Docuserie
Il 27 e 28 giugno è andato on air con due puntate per serata, in esclusiva su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e in streaming su Now, per essere poi sempre disponibile on demand, la docuserie ‘Il cono d’ombra’ sul caso di Denis Bergamini, produzione di Sky Original. La regia è di Paolo Negro che è anche autore insieme a Deborah Campanella e a Pablo Trincia che conduce in video il racconto. Un cold case fatto di silenzi, contraddizioni, depistaggi e infinito dolore per la famiglia. La sorella Donata ha dedicato decenni a cercare di avere giustizia. La storia era già stata oggetto del podcast omonimo di Pablo Trincia realizzato da Chora Media per Sky TG24.
Denis Bergamini, calciatore in forze al Cosenza Calcio, il 18 novembre 1989 a 27 anni è travolto e trascinato da un camion sulla statale che corre lungo la costa ionica calabrese. Era in auto con la sua ex, Isabella Internò, con cui aveva avuto una storia travagliata e che non ne aveva mai accettato la fine, che dichiarò tra le lacrime che Denis era sceso e si era suicidato buttandosi sotto al camion. Era sera, era fine turno per la pattuglia intervenuta, era sabato, sia la ragazza che il camionista concordavano sulla tesi del suicidio: con immensa sciatteria fu presa per buona. La famiglia, gli amici, i compagni di squadra non ci credettero mai. La docuserie racconta la lunga battaglia per la verità, contro il cono d’ombra sceso sul tragico evento, attraverso testimonianze di chi ha amato Bergamini, materiale d’archivio, atti processuali, video girati da Denis stesso, creando perfino un rendering della parte della statale oggi non più esistente. A distanza di 35 anni, nel 2024, il caso viene riaperto e Isabella Internò condannata in primo grado a 16 anni per omicidio volontario premeditato in concorso con ignoti. Il corpo riesumato, trovato in un inatteso buono stato di conservazione, fece emergere la verità, quella che nel 1989 non si era voluta vedere: sotto il camion fu lanciato un morto. La docuserie mostra cosa significhi davvero cercare giustizia quando il tempo sembra giocare contro, e quando la verità è stata a lungo ignorata. Il processo d'appello si terrà il 21 ottobre a Catanzaro. La docuserie potrebbe avere un episodio extra.