L'operazione verrà condotta attraverso la newco L'Espresso Media, partecipata al 51% da Bfc Media e al 49% da Idi. L'accordo prevede in fase di transizione la prosecuzione dell'abbinamento del settimanale all'edizione domenicale de La Repubblica, la promozione congiunta di iniziative editoriali, la collaborazione nella distribuzione nelle edicole e nella gestione degli abbonamenti. Preoccupati i giornalisti de l'Espresso e de La Repubblica che reagiscono con lo sciopero
8 marzo 2022 - Il Gruppo Gedi rende ufficiale di aver accettato la proposta d'acquisto dei rami d'azienda relativi al settimanale
L'Espresso e alle
Guide de L'Espresso da parte della newco L'Espresso Media, che fa capo al gruppo editoriale Bfc Media. Lì, secondo il comunicato di Gedi, “il settimanale
L'Espresso potrà trovare maggiore allineamento nella strategia aziendale, rispetto alla direzione evolutiva che il Gruppo Gedi ha intrapreso e sta perseguendo da anni, centrata sull'informazione in real time per il grande pubblico e sullo sviluppo di contenuti digitali e multimediali per i quotidiani e le radio”. Nella fase di transizione, il settimanale resterà abbinato all'edizione domenicale del quotidiano
La Repubblica.
Lo annuncia con un comunicato anche Bfc Media, precisando che l'operazione verrà condotta dalla neocostituita L'Espresso Media, con sede a Milano in via Melchiorre Gioia 55, partecipata al 51% da Bfc Media spa e al 49% da Idi srl a socio unico Danilo Iervolino. L'accordo prevede varie forme di collaborazione, oltre alla prosecuzione dell'abbinamento de
L'Espresso all'edizione domenicale de
La Repubblica, come la promozione congiunta delle iniziative editoriali, dei servizi di distribuzione nelle edicole e di gestione degli abbonamenti.
Denis Masetti, presidente di L'Espresso Media, dichiara: “
L'Espresso rappresenta una parte importante della storia d'Italia. Partendo dalla sua storia, vogliamo anche che si sviluppi attraverso un progetto editoriale indipendente e condiviso, supportato da strumenti e strategie moderne e investimenti adeguati che facciano crescere la qualità del prodotto, la diffusione e la sua penetrazione”.
Preoccupati del futuro della testata, invece, i giornalisti che già avevano affidato al Cdr un pacchetto di giornate di sciopero, dopo che i rumor sulla cessione durati mesi erano culminati con le dimissioni da direttore responsabile Marco Damilano
(vedi news). Hanno proclamato lo sciopero a oltranza delle firme, sia sul settimanale cartaceo che online, e confermato l'astensione dal lavoro per impedire l'uscita del prossimo numero. La redazione dell'
Espresso teme “per il futuro di un giornale che ha fatto delle inchieste e delle battaglia politiche, civili e culturali la propria ragion d'essere” e che ora entra in un gruppo editoriale “che finora si è concentrato su altri settori dell'informazione”. Depreca anche una “co-gestione di fatto sospesa tra due proprietà”, con la vecchia che ha affermato la “non strategicità” della testata e l'acquirente di cui "al momento non è dato sapere che tipo di obiettivi si ponga per il giornale”.
Allo sciopero aderiscono anche i giornalisti de
La Repubblica che ritengono la cessione dell'Espresso un “atto grave che mette a repentaglio il futuro di tutto il gruppo Gedi”.