La selfie generation incoraggia gli amici verso i brand preferiti
Le aziende che vogliono raggiungere i giovani adulti tra i 16 e 34 anni devono prendere in considerazione il legame di fiducia e di interesse reciproco che hanno coi brand. E offrire loro contenuti condivisibili ed esperienze di cui possano parlare nei canali social. Lo indicano i risultati del nuovo Prosumer Report, lo studio internazionale di Havas Worldwide che indaga da un decennio sulla relazione fra i giovani e le marche
30 settembre 2014 - Come possono le aziende riuscire a raggiungere la generazione di giovani adulti compresa tra i 16 e 34 anni, considerata una fascia decisiva di mercato? È il tema di indagine di ‘Hastag Nation: il Marketing per la Selfie Generation’, il nuovo Prosumer Report che Havas Worldwide, in partnership con Market Probe International, ha condotto su un panel di 10.574 persone di età superiore ai 16 anni in 29 paesi, tra cui l'Italia. L'obiettivo della ricerca proprietaria, realizzata da oltre un decennio dal gruppo Havas, è di comprendere in profondità la relazione fra i giovani e i brand.
A partire da luglio 2014, 145 milioni di foto sono state postate su Instagram dalle giovani generazioni sotto l'hastag #selfie. Gli adolescenti usano i social network per condividere le prime rappresentazioni di se stessi e del mondo che li circonda. I brand sono a tutti gli effetti parte dell'universo sociale delle nuove generazioni: circa due terzi degli intervistati di età tra i 16-34 anni incoraggiano i loro amici verso i brand preferiti. Le aziende dovrebbero offrire quindi ai giovani, contenuti condivisibili ed esperienze di cui possono parlare nei canali social.
Ecco le tenedenze emerse dall'indagine:
Let’s be friends. A partire dai 18 anni i giovani cominciano ad esprimere le preferenze nei confronti dei brand e a scegliere quelli che meglio li rappresentano. In Italia infatti è solo il 28,8% degli intervistati, tra i 16-34 anni, a dichiarare che i brand non prendono sufficientemente sul serio i giovani.
I contenuti dei brand come 'social tools'. Il 62% dei giovani italiani considerano importante il ruolo dei brand 'nel generare contenuti creativi online' per alimentare i propri canali social e condividere esperienze aiutandoli a esprimersi ed emergere sulla rete e nella società.
L’influenza della cultura Pop. Anche in Italia sono i giovani, più che gli over 34, ad affermare che la cultura pop ha contribuito a formare la loro personalità (44,4%) e i loro atteggiamenti (46,6%).
La Digidentity. Rispetto alle generazioni precedenti, in questa nuova era sono i brand tecnologici quelli preferiti dai giovani che diventano parte delle loro 'self-identities'.
Samsung, Google, YouTube, PayPal e Facebook sono tra i primi 5 posti della Top 10 di questo millennio (secondo i più recenti sondaggi di Brand Momentum, ricerca proprietaria di Havas Worldwide). Come dimostrano questi dati 'qualsiasi' brand può essere tecnologico grazie all’utilizzo di sistemi digitali che permettono di offrire qualcosa di nuovo e innovativo per i consumatori.
“L’evidenza di questo studio è il crescente legame che si instaura tra i giovani e i brand: una vera e propria forma di collaborazione – ha dichiarato Dario Mezzano, ceo di Havas Worldwide Milan -. I giovani prediligono i marchi che sono in grado di rendere la loro vita più facile e migliore, aiutandoli a distinguersi dalla massa. E’ un rapporto che si basa su un reciproco interesse e sulla fiducia e, per questo motivo per le aziende diventa fondamentale saper incrementare questo legame”.
I risultati del Prosumer Report “Hashtag Nation: Marketing to the Selfie Generation” prendono in esame un campione di intervistati costituito dal 20% di prosumer e 80% dei consumatori mainstream. I prosumer sono persone che hanno la capacità di anticipare i trend dai 6 ai 18 mesi, influenzando nelle scelte di acquisto e comportamento i consumatori mainstream. Oltre all’Italia, la ricerca è stata condotta in: Argentina, Australia, Austria, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Irlanda, Giappone, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Porto Rico, Arabia Saudita, Singapore, Sud Africa, Spagna, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, il Regno Unito, gli Stati Uniti, e Vietnam.
Heineken a fianco dei tifosi scaramantici per la Finale della Champions. Firma LePub
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Per la Finale di UEFA Champions League del 31 maggio a Monaco di Baviera, Heineken con Le Pub ha lanciato un attivazione pan-europea mostrando con ironia dove può arrivare la scaramanzia di un tifoso. Protagonista di ‘The Unlucky Charm’ è stato un certo Marco Simeone, tifoso sfegatato dell'Inter ma convinto di essere un ‘portasfortuna’ per la sua amata squadra tanto da rinunciare ad andare allo stadio. Heineken ha allestito per lui un bar su misura - il Marco's Far Away Pub From The Stadium In Munich - in una località remota ai confini dell'Europa, il più lontano possibile da Monaco, dove ha potuto seguire la partita in solitaria. La produzione del video che lo racconta è di Prodigious Production con regia di Tommaso Bianchi. Un sondaggio globale condotto per Heineken in aprile da Censuswide su un campione di 12.011 tifosi di calcio di Uk, Usa, Germania, Brasile, Portogallo e Corea del Sud, ha dimostrato quanto i tifosi siano influenzati dalla superstizione: il 43% si è sentito responsabile di aver ‘portato sfortuna’ a una partita, il 22% crede che evitare di guardare l'incontro possa migliorarne il risultato. Dopo oltre trent'anni come sponsor della Champions, Heineken celebra anche le piccole eccentricità che rendono il calcio e i suoi tifosi unici. (31 maggio 2025)
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Continua il declino della pubblicità su stampa, -5,3% a fine aprile. Ma tengono i mensili e cresce la Commerciale Nazionale sui quotidiani. In base ai dati forniti dall'Osservatorio Stampa Fcp, nei primi quattro mesi del 2025 il fatturato pubblicitario del mezzo stampa ha registrato una flessione del 5,3% sul pari periodo del 2024
Life incaricata da Conserve Italia della gestione dei social per Yoga. Conserve Italia amplia il mandato all'agenzia Life affidando la strategia media social per il 2025 per il brand Yoga
Sinergie tra le aziende italiane dell'entertainment unite in The Corp. Nello scenario dell'entertainment italiano nasce The Corp, che unisce un gruppo di imprese del settore per rispondere alle nuove dinamiche di mercato attraverso sinergie economico-finanziarie, tecnico-organizzative e logistico-operative
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‘Ho sentito un libro suonare’, seconda stagione del video podcast di Radiofreccia e Adci
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Torna il video podcast ‘Ho sentito un libro suonare’ di Radiofreccia (la radio rock del gruppo Rtl 102.5) e dell'Adci - Art Directors Club Italiano, curato da Giuseppe Mastromatteo, vp di Adci e presidente e cco di Ogilvy Italia, e da Luca Scotto di Carlo, socio Adci e creative director di DOS Design. La seconda stagione, composta da otto episodi, si addentra in nuovi territori musicali e letterari, offrendo spunti di riflessione. Il dialogo tra parole e suoni è pensato per ispirare la creatività esplorando le connessioni tra letteratura, musica e cultura visiva. Ogni episodio prende spunto da un libro legato alla musica, ampliando la discussione a periodi storici, figure culturali, influenze artistiche e sociali. La narrazione è pensata per chi vive la creatività ogni giorno e cerca ispirazione tra le righe di un libro e le note di una canzone. La produzione audio è di Eccetera e quella video di Willow Production mentre le grafiche sono di Federico Pepe (Le Dictateur). Il podcast è disponibile sulla piattaforma Rtl 102.5 Play al link. (30 maggio 2025)
SULLO SCHERMO210
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ARAGOSTE A MANHATTAN / Tra dramma e commedia
Esce al cinema il 5 giugno ‘Aragoste a Manhattan' (‘La Cocina’), film di Alonso Ruizpalacios con Rooney Mara e Raùl Briones, ispirato alla pièce teatrale The Kitchen di Arnold Wesker. Già in concorso alla Berlinale, è stato presentato in anteprima italiana al FESCAAAL (34° Festival del Cinema Africano Asia e America Latina ) di Milano, che insieme alla Fondazione Prada ha dedicato al regista una retrospettiva completa. Distribuisce Teodora Film. Dura 140’
Lingue e culture diverse si mescolano nell'immensa caotica cucina di The Grill, affollato ristorante newyorkese dove i tempi di lavoro sono strettissimi, le richieste dalla sala continue, l'ansia galoppante, i litigi inevitabili. I rari momenti di relax vengono spesi nel tetro vicolo posteriore colmo di rifiuti, tra troppe sigarette e improbabili racconti. La storia tra Pedro, cuoco messicano irregolare, e Julia, cameriera americana, si consuma negli sgabuzzini e perfino nella ghiacciaia. Quando lei resta incinta, Pedro cerca di convincerla a non abortire, sogna per loro un futuro diverso, in Messico. Ma non c'è spazio per i sogni. Tutti hanno problemi e tra chi dirige, chi lavora negli uffici, chi lavora nella sala sembrano inevitabili incomprensioni e conflitti, soprattutto quando un ammanco dalla cassaforte induce lo staff a mettere sotto interrogatorio i lavoranti. Alla fine Pedro esasperato sbracherà in una scena epica distruttiva, di grande performance attoriale, a cui il bianco e nero conferisce persino maggior vigore. Film politico, che evidenzia sfruttamenti e sistema di caste, e apre uno scenario realista e un po’ allarmante su quanto avviene dietro alle quinte di un ristorante.