La Calabria offre panorami scenografici, un entroterra rigoglioso, una lunga stagione calda, luoghi storici e culturali che ancora pochi conoscono. E un mare blu, così bello quando non inquinato, per via di depuratori insufficienti a reggere la troppe presenze nei momenti clou estivi. I calabresi da troppo tempo si accontentano di un turismo di massa povero e troppo concentrato nell'anno. Migliorare l'ambiente e l'offerta e comunicarlo investendo in pubblicità, soprattutto rivolta al mercato estero, sarebbe un'ottima idea
(17 maggio 2022) - Riprendendo il claim di una campagna per il turismo di qualche anno fa, la Calabria riesce ancora a sorprendermi, dopo oltre 35 anni che trascorro le estati nella mia casa in collina, nell'alto Tirreno cosentino. Dal terrazzo vedo il Golfo di Policastro, da San Nicola Arcella a Baia degli Infreschi nel Cilento, con l'Isola di Dino che sfiora la riva e i tramonti che colorano cielo e mare di rosso incendiario e di oro, perfino di violetto. Dipende da tempo e stagioni, il sole scende a mare in punti diversi secondo i mesi, nei giorni molto limpidi che spesso in estate preannunciano pioggia appaiono nitide e molteplici le montagne del Vallo della Lucania. Uno scenario avvincente, antico e mutevole. Noi abitanti estivi di un villaggio in collina, di ogni parte d'Italia, ci mandiamo tuttora in chat foto del ‘nostro’ paesaggio.
Il mare Il mare avrebbe tante qualità. È di un bel blu, caldo per tanti mesi e non ci sono meduse urticanti (non sottovalutate questo plus). La costa è piena di grotte, tra luci, colori e suggestioni. Ne ho frequentate tante negli anni, a nuoto e in barca, ma ancora capita che qualcuno mi sorprenda mostrandomene una che non conoscevo, ovviamente bellissima.
Cosa non va nel mare? Che nei periodi di punta è spesso sporco, nonostante le Bandiere Blu. Si danno colpe alle correnti, al mare grosso (come se correnti e mare grosso avessero il potere di creare schiume chimiche e rifiuti), perfino ai pescatori che puliscono le reti al largo (versione ambientalista). Nessuno ammette quello che tutti sanno: i depuratori costruiti male, commisurati al numero dei residenti e non al numero delle presenze in estate (quante volte tanto? 10?) e certi scarichi a mare troppo vicini alla riva. La Calabria è soprattutto natura, ancora oggi mi sorprende tanta miopia.
Parallelo al problema dell'inquinamento marino è quello dell'immondizia. Nei periodi di alta stagione il servizio di raccolta è insufficiente e c'è il malcostume dell'abbandono ai lati delle strade, anche degli ingombranti. Mi sono recata diligentemente alla discarica ufficiale per buttare i miei e l'ho trovata chiusa. All'esterno montagne di rifiuti abbandonati. Non mi capacito che chi ne avrebbe la responsabilità non tuteli questo prezioso territorio.
Oltre ai Bronzi di Riace Per qualche anno ho affittato la mia villetta attraverso una delle maggiori piattaforme di intermediazione online. Chi gestiva i rapporti mi ha spiegato: “Chi viene dall'estero in Italia vuole mare e natura, ma anche visite culturali. Il turismo di livello sceglie la Costiera Amalfitana per via di Napoli e Pompei e va in Versilia per raggiungere le città d'arte. Sceglie la Calabria chi ha poco da spendere”. Ma anche la Calabria offre molto da vedere, oltre alla costa e agli inevitabili Bronzi di Riace. Altomonte, Pentidattilo, la Grotta del Romito con una delle più antiche testimonianze dell'arte preistorica in Europa: sono scoperte che ho fatto solo negli ultimi anni. I calabresi da troppo tempo si accontentano di un turismo di massa povero e troppo concentrato nell'anno. Servirebbe un progetto professionale di comunicazione, soprattutto rivolto al mercato estero. Servirebbe anche per promuovere un turismo destagionalizzato, gli stranieri amano viaggiare in bassa stagione.
Migliorare l'ambiente e l'offerta e comunicarlo investendo in pubblicità professionale sarebbe un'ottima idea. Magari con campagne meno pittoresche di quella del 2011 coi Bronzi di Riace animati, a giocarsi alla morra la scelta delle località dove andare, di fatto ridicolizzati. L'attenzione finiva per concentrarsi sulla gag, non sull'appeal della Calabria. (
V.S.)