Dalle agenzie digitali 27,6 miliardi di valore aggiunto all'economia italiana
Il peso tra attività, filiera e indotto è pari all'1,7% del Pil italiano. Sono circa 28.000 piccole aziende con un fatturato totale di oltre 21 miliardi, concentrate principalmente al Nord. UNA e Google, che sostengono il progetto UNA+ di formazione al digitale per le Pmi, presentano i risultati della ricerca di Prometeia che conferma il ruolo chiave del digitale come driver per l'innovazione, la competitività e l'occupazione del Paese
(24 settembre 2020) - Chi sono le agenzie digitali? Quanto indotto creano? Che talenti attirano e quali le maggiori potenzialità? Quanto incide la tecnologia nello sviluppo nazionale? UNA – Aziende della Comunicazione Unite e la società di consulenza Prometeia hanno presentato i risultati della ricerca indetta per comprendere le caratteristiche di questo mercato, con l'obiettivo di dimensionarne il contributo all'economia del Paese e diffondere gli strumenti digitali. La ricerca si inserisce all'interno di UNA+, progetto di digital transformation organizzato in partnership con Google e supportato da Confindustria Intellect.
Le agenzie digitali
Le agenzie digitali sono tutte quelle imprese che offrono almeno un servizio nell'area web e tecnologie digitali con lo scopo di soddisfare le mutevoli esigenze delle imprese clienti nello sviluppo e implementazione di strategie di marketing/comunicazione/vendita e rappresentano un'importante fetta del tessuto economico nazionale.
Se ne stimano 28.000 in Italia pari a un fatturato di oltre 21 miliardi con un impiego di oltre 156.000 addetti. Sono in prevalenza piccole aziende - oltre il 60% ha meno di 2 addetti e oltre il 90% ha meno di 10 addetti – e si concentrano in particolare nel Nord anche se si registra una presenza rilevante in Lazio e Campania. L'occupazione delle agenzie digitali è caratterizzata da una presenza superiore alla media di giovani, con gli occupati fino a 35 anni che raggiungono il 30% (+50% rispetto alla media italiana), e di donne, impiegate in questo settore per il 42% (+7,6% rispetto alla media italiana).
È un segmento di mercato in costante ascesa e il fatturato dal 2010 cresce in media di quasi il 5% l'anno, oltre 3 punti percentuali in più rispetto al settore dei servizi per la comunicazione. Anche la redditività (Ebidta) si attesta su livelli superiori (6.5) rispetto al benchmark (4.7). Le attività digital di queste imprese rappresentano in media quasi il 40% del loro fatturato e valgono circa 8 miliardi di euro e, nonostante una flessione dei ricavi attesa per il 2020, la componente digitale del fatturato rappresenta un importante driver di crescita per il prossimo biennio in cui si prevede un incremento sostenuto.
Per quanto riguarda le aree di offerta maggiormente presidiate, tra le prime tre si annoverano il web (86%), marketing/comunicazione (64%) e i social media (56%), con una varietà di servizi che affianca allo sviluppo di siti web (71%), alla gestione dei social (51%), allo sviluppo dell'e-commerce (46%), una offerta molto articolata di servizi di marketing e comunicazione (branding, e-mail marketing, …).
Un comparto rilevante e strategico anche per il valore generato in quanto i clienti annoverano tra i principali benefici di questi business l'aumento della competitività che passa dalla capacità di innovare e nel rafforzamento del brand.
L'impatto delle agenzie digitali sull'economia italiana
Il settore delle agenzie digitali contribuisce in misura sostanziale all'economia italiana, non solo direttamente con le proprie attività ma anche indirettamente attraverso la propria filiera (effetto indiretto) e l'attivazione di spesa in consumi dei propri dipendenti e di quelli dei fornitori (effetto indotto).Nel complesso le agenzie digitali hanno contribuito a generare 27.6 miliardi di euro di valore aggiunto nell'economia italiana, pari al 1.7% del Pil (totale valore aggiunto). Guardando alle attività strettamente digitali queste rappresentano il 38% del totale (0,7% del Pil).
Ogni euro di valore aggiunto creato dalle agenzie digitali genera in media 2.1 euro addizionali nell'economia per un moltiplicatore totale di 3.1, mentre l'occupazione sostenuta dalle attività di questo comparto ammonta ad oltre 433mila unità (intese come unità di lavoro standard). Dieci occupati nelle agenzie digitali sostengono in media ulteriori 20 occupati addizionali nell'economia per un moltiplicatore dell'occupazione di 3.
“Il digitale ha dimoDiego Ciullistrato come la tecnologia possa aiutare persone e imprese nelle proprie sfide lavorative e imprenditoriali, anche in un momento di difficoltà - dichiara Diego Ciulli, policy manager di Google -. La ricerca di UNA e Prometeia fa luce su un settore che più di altri crea posti di lavoro, reagisce alla crisi e contribuisce alla nostra economia. Siamo felici di essere tra gli abilitatori di questo ecosistema e di constatarne la crescita, a vantaggio del Paese”.
I benefici per le imprese e per il Sistema Paese
Il campione di imprese intervistate riconosce alle agenzie digitali un ruolo cruciale: tra le prime tre leve la capacità di rafforzamento del brand, l'innovazione e l'incremento della competitività. Altro fattore estremamente differenziante in un'economia globale come quella attuale e rilevante per il Made in Italy è la facoltà di sostenere la presenza internazionale delle imprese favorendo una maggiore esportazione, a conferma che gli strumenti analizzati sono rilevanti per vendere sui mercati esteri.
Lo studio sottolinea che un incremento della spesa in servizi digital media del 10% produrrebbe nel prossimo triennio una crescita cumulata del prodotto potenziale di oltre 9 miliardi di valore aggiunto. I principali aspetti di intervento per spingere l'economia su questa traiettoria di crescita risiedono per le imprese nell'innalzamento della cultura tecnologica del management e dello sviluppo più esteso di competenze digital. Un'adeguata rappresentazione dei vantaggi degli investimenti digital potrebbe inoltre contribuire ad allineare la percezione costi/benefici presso le imprese utilizzatrici.
Da questo link è possibile accedere alla video registrazione della presentazione
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SULLO SCHERMO212
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IL CONO D'OMBRA. LA STORIA DI DENIS BERGAMINI / Docuserie
Il 27 e 28 giugno è andato on air con due puntate per serata, in esclusiva su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e in streaming su Now, per essere poi sempre disponibile on demand, la docuserie ‘Il cono d’ombra’ sul caso di Denis Bergamini, produzione di Sky Original. La regia è di Paolo Negro che è anche autore insieme a Deborah Campanella e a Pablo Trincia che conduce in video il racconto. Un cold case fatto di silenzi, contraddizioni, depistaggi e infinito dolore per la famiglia. La sorella Donata ha dedicato decenni a cercare di avere giustizia. La storia era già stata oggetto del podcast omonimo di Pablo Trincia realizzato da Chora Media per Sky TG24.
Denis Bergamini, calciatore in forze al Cosenza Calcio, il 18 novembre 1989 a 27 anni è travolto e trascinato da un camion sulla statale che corre lungo la costa ionica calabrese. Era in auto con la sua ex, Isabella Internò, con cui aveva avuto una storia travagliata e che non ne aveva mai accettato la fine, che dichiarò tra le lacrime che Denis era sceso e si era suicidato buttandosi sotto al camion. Era sera, era fine turno per la pattuglia intervenuta, era sabato, sia la ragazza che il camionista concordavano sulla tesi del suicidio: con immensa sciatteria fu presa per buona. La famiglia, gli amici, i compagni di squadra non ci credettero mai. La docuserie racconta la lunga battaglia per la verità, contro il cono d’ombra sceso sul tragico evento, attraverso testimonianze di chi ha amato Bergamini, materiale d’archivio, atti processuali, video girati da Denis stesso, creando perfino un rendering della parte della statale oggi non più esistente. A distanza di 35 anni, nel 2024, il caso viene riaperto e Isabella Internò condannata in primo grado a 16 anni per omicidio volontario premeditato in concorso con ignoti. Il corpo riesumato, trovato in un inatteso buono stato di conservazione, fece emergere la verità, quella che nel 1989 non si era voluta vedere: sotto il camion fu lanciato un morto. La docuserie mostra cosa significhi davvero cercare giustizia quando il tempo sembra giocare contro, e quando la verità è stata a lungo ignorata. Il processo d'appello si terrà il 21 ottobre a Catanzaro. La docuserie potrebbe avere un episodio extra.