A livello globale, la tv perderà il 17,6% e la sua quota sulle revenues totali scenderà al 27%, mentre il digitale fletterà solo del 2,3% e raggiungerà la quota del 52%. Per il 2021 GroupM stima una crescita dell'8,2%. Le stime di GroupM Italia per il mercato italiano confermano flessioni molto più forti. Tutto dipenderà dalle performance di giugno e dei mesi successivi, visto che tutti i mezzi hanno più o meno registrato una ripresa di attività
(24 giugno 2020) - GroupM ha rilasciato le previsioni semestrali per gli investimenti pubblicitari sui media, descrivendo nel dettaglio come la pandemia abbia bruscamente trasformato il trend globale da una crescita del 6,2% nel 2019 a un declino a doppia cifra per l'anno corrente. Nel complesso, escludendo la pubblicità elettorale negli Stati Uniti, nel 2020 ci sarà un calo dell'11,9% seguito da una crescita dell'8,2% nel 2021. Un calo che può considerarsi 'modesto' data la portata dell'impatto della pandemia sul Pil globale, che diminuirà in modo più significativo rispetto alla crisi finanziaria globale del 2009, quando il Pil diminuì dell'1% e la pubblicità globale crollò dell'11,2%.
La release propone approfondimenti in quattro aree: Estensioni Digitali, Pubblicità Digitale, Pubblicità Televisiva, Pubblicità OOH,
Estensioni Digitali. Sono state introdotte stime sul peso delle ‘estensioni digitali’, valorizzando quindi separatamente all'interno della raccolta digitale le componenti collegate a media tradizionali. Nel 2020 le estensioni digitali di tv, radio, stampa e OOH dovrebbero pesare 31 miliardi di dollari, il 13% dell'attività pubblicitaria totale (rispetto ai 22 miliardi di dollari e al 7% di cinque anni fa). A livello mondo le estensioni digitali sono più pronunciate nel settore OOH, dove quest’anno rappresentano 9 miliardi di dollari ovvero il 31% della raccolta complessiva del settore. Invece, le estensioni digitali della televisione tradizionale quest’anno equivalgono a 12 miliardi di dollari, il 9% del totale per quel mezzo.
Pubblicità Digitale. GroupM si aspetta una flessione del 2,3% nel 2020. Questo dopo quasi un decennio di crescita a doppia cifra in cui per molti anni si è superato il 20% a livello globale. Nel 2020 la pubblicità digitale raggiungerà la quota del 52% del totale delle revenue, in aumento rispetto al 48% del 2019 e al 44% del 2018. La crescita della share dovrebbe limitarsi nei prossimi anni, con incrementi attesi dell'1-2% ogni anno. Le nuove stime prevedono un calo del 2,6% per pubblicità digitale non-search mentre ulteriori forme di pubblicità digitale diminuiranno di circa lo 0,6%.
Pubblicità Televisiva. GroupM prevede un calo del 17,6% nel 2020, prima di rimbalzare leggermente fino a crescere del 5,9% il prossimo anno. Nel 2020 la quota della tv, incluse le estensioni digitali, dovrebbe essere del 27% a fronte del 37% di 10 anni fa.
Pubblicità OOH. GroupM si aspetta un calo del 25% comprensivo dei media digitali out-of-home, ma anche un parziale rimbalzo con una crescita del 14,9% nel 2021. Dopo, la pubblicità OOH crescerà a tassi bassi o medi e questo comporterà una flessione della sua share. Tuttavia grandi advertiser potrebbero aumentare progressivamente le loro allocazioni di budget sul mezzo.
Per quanto riguarda il
mercato italiano, rimangono confermate
le stime di GroupM Italia che vedono un 2020 in flessione
tra il -17% e il -20% (a seconda del perimetro considerato): neppure nelle più recenti crisi finanziario-economiche del 2009 e del 2012-13 ci sono state flessioni così forti. Tv e digital si confermano i mezzi che maggiormente hanno tenuto, mentre cinema, experiential marketing, OOH e radio sono stati quelli più colpiti dalla crisi. Saranno decisive le performance di giugno e dei mesi successivi, visto che tutti i mezzi hanno registrato una ripresa di attività, più o meno accentuata, a cui ha contribuito anche il recente riavvio degli eventi sportivi.
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